sabato 30 novembre 2013
martedì 31 luglio 2012
YOJIMBO, THE GOLDEN CARP
"Honestly the worst comic book story about Mickey Mouse that I have ever read ... hic."
A drunk guy I met in a pub.
Yojimbo is a short comic written by me and designed by Eleonora Bruni, is a horror story, in which the monster is a Japanese carp (one of those that when you see them you think, "will be good to eat?").
I hope you enjoy this presentation.
A drunk guy I met in a pub.
Yojimbo is a short comic written by me and designed by Eleonora Bruni, is a horror story, in which the monster is a Japanese carp (one of those that when you see them you think, "will be good to eat?").
I hope you enjoy this presentation.
See you soon for more updates.
Marco
giovedì 1 dicembre 2011
Cassandra, Tunuè, De Cataldo
Il motivo per il quale ho deciso di abbandonare Cassandra, romanzo grafico che sarebbe stato edito dalla Tunuè, tratto da un raccolta di racconti di Giancarlo De Cataldo: "Teneri Assassini".
Se volete avere informazioni mandate una mail a marcotalia@yahoo.it, o rimanete sintonizzati su questo blog.
Spiegherò il tutto in maniera dettagliata.
Se volete avere informazioni mandate una mail a marcotalia@yahoo.it, o rimanete sintonizzati su questo blog.
Spiegherò il tutto in maniera dettagliata.
venerdì 14 gennaio 2011
La questione dell'editoria Italiana
Ho avuto modo di riflettere, riflettere sul nostro lavoro e sulla crisi che sta vivendo il mondo dell’editoria in generale e in particolar modo dell’editoria a fumetti.
Ho seguito tutte le vicende mediatiche l’incontro a Lucca e i commenti sui vari blog, Recchioni, Stassi e Valenti.
Il problema dei pagamenti agli autori da parte delle case editrici è solo lo specchio di un problema più a monte. Gli editori possono permettersi di pagare poco perché vendono poco, e questo è un dato di fatto.
All’inizio sono stato molto pessimista, l’editoria sta morendo? Il romanzo è il fumetto sono dei mezzi espressivi, dei media (come direbbe il buon McCloud), rimpiazzabili da altri media, come ad esempio il cinema o i videogiochi?
Cosa ha di diverso il cinema, per esempio, dal fumetto?
1-È di più facile assunzione.
Un film dura due ore al massimo, al limite ti puoi annoiare per due ore, poi tutto finisce li, senza ulteriori complicazioni. Questo è vero anche per un romanzo o per un fumetto, possiamo saltare, vedere solo le immagini senza leggere il testo.
2- Un film costa poco.
Questa affermazione è vera solo in parte, ormai un biglietto del cinema costa 7 euro, e dopo aver visto un film non ci rimane nulla, solo un vago ricordo.
3- C’è crisi ovunque, la gente non ha più soldi da spendere per queste cose e preferisce foderare i cuscini con i propri risparmi, in attesa di poter acquistare casa senza dover fare un mutuo di 120 anni.
È vero ci sono pochi soldi! È vero ci sono priorità maggiori! Ma è anche vero che moltissimi ragazzi preferiscono acquistare scarpe firmate da 150 euro o giacche quadrettate tipo Lumberjack per la modica cifra di 500 euro, o acquistare telefonini iper-tecnologici ma allo stesso tempo anche iper-inutili.
Anche questi non sono acquisti fondamentali, possiamo anche vivere senza questi oggetti, e vivere pure bene.
Ma allora quale è il vero problema del fumetto?
Per quanto mi riguarda un primo problema è l’eccessivo costo degli albi, ma come già detto questo è un problema in parte marginale, in via di soluzione con l’avvento delle tecnologie digitali, e facilmente assimilabile all’eccessivo costo di altri beni di consumo. Faccio inoltre notare come in Italia abbiamo in maniera ostinata cercato di avvicinarci a canoni non tradizionalmente nostri, come il fumetto francese, senza cercare di avvicinarci a felici esempi di altre nazioni, come quella nipponica.
Sono rimasto assolutamente stupito dal bassissimo costo dei fumetti in Giappone (e non sto a dire che la vita li costi poco, anzi…), stampati su cartaccia poltigliosa (pulp), e tutti rigorosamente in bianco e nero.
Per un autore di manga realizzare un fumetto a colori è solo una perdita di tempo e di denaro.
Il messaggio arriva lo stesso, il fumetto costa meno sia come realizzazione che come stampa tipografica. E il fumetto è da sempre stato un bene di consumo popolare, più nelle vendite che nei contenuti (vedi Corto Maltese).
Un secondo problema, forse quello più rilevante è la totale mancanza di visibilità. In televisione siamo invasi da qualsiasi tipo di pubblicità, su internet siamo invasi da qualsiasi tipo di reclame: film, videogiochi, scarpe, negozi online, vacanze… c’è di tutto, ma non c’è il fumetto.
Eppure adesso ci sono delle piattaforme digitali che permettono di farsi pubblicità quasi a costo zero. Dico quasi, perché se non investiamo nulla, neanche il nostro tempo o una piccola quantità di denaro, non possiamo sperare di ottenere nulla.
Guardiamo i canali di YouTube per esempio, non solo quelli stranieri, ma anche quelli italiani. Ci sono ragazzi che ottengono centinaia di visualizzazioni giornaliere, e senza neanche troppo sbattimento.
Cosa ne ricavano? Pubblicità personale oltre a qualche guadagno (non di certo entusiasmante) dalla stessa piattaforma con il sistema dei banner pubblicitari e della condivisione dei ricavi.
Ma è la pubblicità ciò che ci interessa, pubblicità a bassissimo costo e a vasta diffusione…
Basterebbe solo regolare il tutto convogliandolo in un unico grande calderone digitale.
Ho seguito tutte le vicende mediatiche l’incontro a Lucca e i commenti sui vari blog, Recchioni, Stassi e Valenti.
Il problema dei pagamenti agli autori da parte delle case editrici è solo lo specchio di un problema più a monte. Gli editori possono permettersi di pagare poco perché vendono poco, e questo è un dato di fatto.
All’inizio sono stato molto pessimista, l’editoria sta morendo? Il romanzo è il fumetto sono dei mezzi espressivi, dei media (come direbbe il buon McCloud), rimpiazzabili da altri media, come ad esempio il cinema o i videogiochi?
Cosa ha di diverso il cinema, per esempio, dal fumetto?
1-È di più facile assunzione.
Un film dura due ore al massimo, al limite ti puoi annoiare per due ore, poi tutto finisce li, senza ulteriori complicazioni. Questo è vero anche per un romanzo o per un fumetto, possiamo saltare, vedere solo le immagini senza leggere il testo.
2- Un film costa poco.
Questa affermazione è vera solo in parte, ormai un biglietto del cinema costa 7 euro, e dopo aver visto un film non ci rimane nulla, solo un vago ricordo.
3- C’è crisi ovunque, la gente non ha più soldi da spendere per queste cose e preferisce foderare i cuscini con i propri risparmi, in attesa di poter acquistare casa senza dover fare un mutuo di 120 anni.
È vero ci sono pochi soldi! È vero ci sono priorità maggiori! Ma è anche vero che moltissimi ragazzi preferiscono acquistare scarpe firmate da 150 euro o giacche quadrettate tipo Lumberjack per la modica cifra di 500 euro, o acquistare telefonini iper-tecnologici ma allo stesso tempo anche iper-inutili.
Anche questi non sono acquisti fondamentali, possiamo anche vivere senza questi oggetti, e vivere pure bene.
Ma allora quale è il vero problema del fumetto?
Per quanto mi riguarda un primo problema è l’eccessivo costo degli albi, ma come già detto questo è un problema in parte marginale, in via di soluzione con l’avvento delle tecnologie digitali, e facilmente assimilabile all’eccessivo costo di altri beni di consumo. Faccio inoltre notare come in Italia abbiamo in maniera ostinata cercato di avvicinarci a canoni non tradizionalmente nostri, come il fumetto francese, senza cercare di avvicinarci a felici esempi di altre nazioni, come quella nipponica.
Sono rimasto assolutamente stupito dal bassissimo costo dei fumetti in Giappone (e non sto a dire che la vita li costi poco, anzi…), stampati su cartaccia poltigliosa (pulp), e tutti rigorosamente in bianco e nero.
Per un autore di manga realizzare un fumetto a colori è solo una perdita di tempo e di denaro.
Il messaggio arriva lo stesso, il fumetto costa meno sia come realizzazione che come stampa tipografica. E il fumetto è da sempre stato un bene di consumo popolare, più nelle vendite che nei contenuti (vedi Corto Maltese).
Un secondo problema, forse quello più rilevante è la totale mancanza di visibilità. In televisione siamo invasi da qualsiasi tipo di pubblicità, su internet siamo invasi da qualsiasi tipo di reclame: film, videogiochi, scarpe, negozi online, vacanze… c’è di tutto, ma non c’è il fumetto.
Eppure adesso ci sono delle piattaforme digitali che permettono di farsi pubblicità quasi a costo zero. Dico quasi, perché se non investiamo nulla, neanche il nostro tempo o una piccola quantità di denaro, non possiamo sperare di ottenere nulla.
Guardiamo i canali di YouTube per esempio, non solo quelli stranieri, ma anche quelli italiani. Ci sono ragazzi che ottengono centinaia di visualizzazioni giornaliere, e senza neanche troppo sbattimento.
Cosa ne ricavano? Pubblicità personale oltre a qualche guadagno (non di certo entusiasmante) dalla stessa piattaforma con il sistema dei banner pubblicitari e della condivisione dei ricavi.
Ma è la pubblicità ciò che ci interessa, pubblicità a bassissimo costo e a vasta diffusione…
Basterebbe solo regolare il tutto convogliandolo in un unico grande calderone digitale.
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