venerdì 14 gennaio 2011

Un vecchio amico



Ieri ho ritrovato un vecchio amico con il quale non parlavo da diversi anni.
Pensavo di avere poche cose da dirgli, che mi sarei trovato in estremo imbarazzo, ma soprattutto avevo il terrore di trovarlo totalmente cambiato, che gli fosse cresciuta la barba o che avesse perso i capelli.
Pensavo di essere cambiato anche io, che fossi irriconoscibile, una sorta di nuovo Marco, totalmente diverso da come ero prima, al liceo.
E invece siamo tutte e due uguali, cambiati nel carattere forse, ma solo un pochino.
Ho parlato con lui in webcam per circa tre ore, e mi sono divertito.
Grazie mio “bon ami”, ci sentiamo presto.

lunedì 10 gennaio 2011

Osservazioni allo specchio.



1433 visite.
Sul tavolo da disegno ho un grosso specchio, come la metà dei disegnatori di fumetto (o forse più).
Lo specchio mi serve per riprodurre le espressioni facciali dei miei personaggi, mi ci guardo, faccio le faccine buffe e le ricopio. Lo specchio è sempre lì, anche quando non mi serve.
A volte lo guardo, vedo la mia faccia e mi dico: ”Cazzo vuoi? Stronzo!”, poi però mi scopro a pensare a me stesso, alla vita che faccio, alla vita che vorrei fare…
Questo blog sta diventando una sorta di specchio, uno specchio digitale. Ormai non è seguito più da nessuno, le poche visite sono quasi esclusivamente mie, o di qualche mio sventurato amico, costretto da me a visitare il blog. Tutto ciò fa di me un vero sfigato… e ammetto di esserlo.
Ma almeno una soddisfazione me la voglio togliere, voglio raccontare al mio personale specchio digitale che cosa penso di me stesso, in questo momento. Domani penserò probabilmente dell’altro, mi soffermerò ad oggi.

1. prima di tutto vorrei dirmi: “Cazzo vuoi…stronzo!”
Questo lo dico con il cuore. Lo penso di quasi tutte le persone che mi guardano, pensando che stia buttando al cesso la mia vita.
Adesso lo urlo, una volta per tutte: “Non mi va di vivere una vita già prestabilita da qualcun’ altro. Scuola, università, lavoro, matrimonio e poi figli, sono tutti risultati che vorrei raggiungere, ma non perché mi sento obbligato da qualcuno, ma solo per me stesso. E se così non sarà allora andrà bene lo stesso”.
2. L’università non conta un cazzo. Si, mi sono laureato, e in cinque anni. Mi sono laureato in architettura, perché pensavo che fosse interessante, ma anche perché speravo che mi potesse sedare in qualche modo. Effettivamente durante il periodo di studi mi sentivo parzialmente soddisfatto, lavoravo tutto il giorno, c’erano delle persone universalmente riconosciute come delle persone intelligenti che mi lodavano, avevo la stima dei miei amici e parenti…
Tutte cazzate, l’università finisce, e poi ti trovi a dover rendere conto solo a te stesso. E questo quello che realmente vuoi fare per tutta la tua vita?
Tutti ti stimano perché sei bravo a passare gli esami, quanto vale questa stima?
Le persone che hai attorno ti possono voler bene anche se non sei bravo in qualche cosa, in questa cosa.
E qui arriviamo al punto 3.
3. E’ inutile cercare di soddisfare i desideri dei tuoi genitori. In un modo o nell’altro questi ti vorranno sempre bene, sia che tu faccia l’ingegnere (quale padre non vorrebbe un figlio ingegnere), sia che tu sniffi colla e beva benzina agricola. L’unica accortezza che devi avere e non rompere loro troppo le scatole.
4. Mi sono accorto di avere dei disturbi d’apprendimento. Ho difficoltà a leggere e scrivere. Quando una persona mi parla spesso non riesco ad ascoltarla per più di tre minuti.
5. E veramente importante per me disegnare fumetti? Ad essere sinceri NO.
Disegnare fumetti non è fondamentale, è solo un mezzo espressivo, come tanti altri. Probabilmente se fossi più portato al dialogo, e se avessi attorno delle persone interessate ai miei discorsi non avrei neanche più bisogno di niente, solo di vivere con tranquillità la mia vita.
Il fumetto come dicevo è un semplice mezzo espressivo per il quale penso di essere portato. Per questo mi blocco ogni volta che inizio a disegnare una storia. Perché disegno tropo lentamente rispetto alla rapidità dei pensieri, e spesso quando inizio a disegnare qualche cosa lo stimolo che mi portava a voler comunicare questa cosa è già finito. Le tavole a fumetti diventano banali, perché è come se cercassi di portare me stesso ad una conclusione alla quale sono già arrivato.

1434 visite.
Anche oggi mi sono specchiato nel mio personalissimo utensile digitale.

mercoledì 5 gennaio 2011

Breve sequenza


Altre prove.
Oggi le droghe hanno fatto effetto e mi sento meno depresso...
Spesso la ricerca grafica mi frega, inizio a pensare ad una storia a fumetti, anche molto breve, ma poi le prove grafiche mi tolgono quasi tutto il tempo, lasciando la sceneggiatura in secondo piano.
Oggi sono un po' più soddisfatto, nella mia scala di sodisfazione sono soddisfatto circa 5, che equivale ad un 8 nella scala Strickner-Monzi, famosi studiosi che hanno dedicato la loro vita all'analisi dei valori di soddisfazione.

Spero di concludere la storia entro fine Gennaio, non vorrei dedicargli troppo tempo, vorrei anche che qualcuno la leggesse (vedesse), ormai sono sopraffatto dalla sensazione di disegnare storie solo per me stesso.

martedì 4 gennaio 2011

il legionario


Prova per una storia breve a fumetti dal titolo provvisorio "Il legionario".
Ho cercato di cogliere l'essenza del disegno, spogliare la forma di qualsiasi contorno.
E' una ricerca folle che sto portando avanti da molti anni, per adesso non mi sento ancora del tutto soddisfatto. Il risultato è troppo simile a un cartoon americano, inadatto a questa storia... vorrei tanto saper disegnare, o avere due belle tette grosse (più la seconda).
Colgo l'occasione per augurare un buon anno nuovo a tutti!!!