venerdì 14 gennaio 2011

La questione dell'editoria Italiana

Ho avuto modo di riflettere, riflettere sul nostro lavoro e sulla crisi che sta vivendo il mondo dell’editoria in generale e in particolar modo dell’editoria a fumetti.
Ho seguito tutte le vicende mediatiche l’incontro a Lucca e i commenti sui vari blog, Recchioni, Stassi e Valenti.
Il problema dei pagamenti agli autori da parte delle case editrici è solo lo specchio di un problema più a monte. Gli editori possono permettersi di pagare poco perché vendono poco, e questo è un dato di fatto.
All’inizio sono stato molto pessimista, l’editoria sta morendo? Il romanzo è il fumetto sono dei mezzi espressivi, dei media (come direbbe il buon McCloud), rimpiazzabili da altri media, come ad esempio il cinema o i videogiochi?

Cosa ha di diverso il cinema, per esempio, dal fumetto?
1-È di più facile assunzione.
Un film dura due ore al massimo, al limite ti puoi annoiare per due ore, poi tutto finisce li, senza ulteriori complicazioni. Questo è vero anche per un romanzo o per un fumetto, possiamo saltare, vedere solo le immagini senza leggere il testo.
2- Un film costa poco.
Questa affermazione è vera solo in parte, ormai un biglietto del cinema costa 7 euro, e dopo aver visto un film non ci rimane nulla, solo un vago ricordo.
3- C’è crisi ovunque, la gente non ha più soldi da spendere per queste cose e preferisce foderare i cuscini con i propri risparmi, in attesa di poter acquistare casa senza dover fare un mutuo di 120 anni.
È vero ci sono pochi soldi! È vero ci sono priorità maggiori! Ma è anche vero che moltissimi ragazzi preferiscono acquistare scarpe firmate da 150 euro o giacche quadrettate tipo Lumberjack per la modica cifra di 500 euro, o acquistare telefonini iper-tecnologici ma allo stesso tempo anche iper-inutili.
Anche questi non sono acquisti fondamentali, possiamo anche vivere senza questi oggetti, e vivere pure bene.

Ma allora quale è il vero problema del fumetto?

Per quanto mi riguarda un primo problema è l’eccessivo costo degli albi, ma come già detto questo è un problema in parte marginale, in via di soluzione con l’avvento delle tecnologie digitali, e facilmente assimilabile all’eccessivo costo di altri beni di consumo. Faccio inoltre notare come in Italia abbiamo in maniera ostinata cercato di avvicinarci a canoni non tradizionalmente nostri, come il fumetto francese, senza cercare di avvicinarci a felici esempi di altre nazioni, come quella nipponica.
Sono rimasto assolutamente stupito dal bassissimo costo dei fumetti in Giappone (e non sto a dire che la vita li costi poco, anzi…), stampati su cartaccia poltigliosa (pulp), e tutti rigorosamente in bianco e nero.
Per un autore di manga realizzare un fumetto a colori è solo una perdita di tempo e di denaro.
Il messaggio arriva lo stesso, il fumetto costa meno sia come realizzazione che come stampa tipografica. E il fumetto è da sempre stato un bene di consumo popolare, più nelle vendite che nei contenuti (vedi Corto Maltese).

Un secondo problema, forse quello più rilevante è la totale mancanza di visibilità. In televisione siamo invasi da qualsiasi tipo di pubblicità, su internet siamo invasi da qualsiasi tipo di reclame: film, videogiochi, scarpe, negozi online, vacanze… c’è di tutto, ma non c’è il fumetto.
Eppure adesso ci sono delle piattaforme digitali che permettono di farsi pubblicità quasi a costo zero. Dico quasi, perché se non investiamo nulla, neanche il nostro tempo o una piccola quantità di denaro, non possiamo sperare di ottenere nulla.
Guardiamo i canali di YouTube per esempio, non solo quelli stranieri, ma anche quelli italiani. Ci sono ragazzi che ottengono centinaia di visualizzazioni giornaliere, e senza neanche troppo sbattimento.
Cosa ne ricavano? Pubblicità personale oltre a qualche guadagno (non di certo entusiasmante) dalla stessa piattaforma con il sistema dei banner pubblicitari e della condivisione dei ricavi.
Ma è la pubblicità ciò che ci interessa, pubblicità a bassissimo costo e a vasta diffusione…
Basterebbe solo regolare il tutto convogliandolo in un unico grande calderone digitale.

5 commenti:

michele petrucci ha detto...

Ciao Marco.
La questione è complessa e sicuramente la parte della poca promozione del fumetto è una parte importante. Però distinguiamo. Se parliamo di fumetto popolare, da edicola, l'Italia è messa bene. Se invece parliamo del fumetto da libreria (che, ricordiamoci, è una cosa relativamente nuova) le cosa cambiano.
Ad ogni modo da anni anche io mi auspico un'unione di piccoli e medi editori per fare una campagna mirata e il più potente possibile.
Se segui il blog di Ficarra troverai altri spunti.

http://marcoficarra.wordpress.com/2010/06/24/scommettere-sul-fumetto/

Marco Talia ha detto...

Questa è una considerazione che sto facendo anche io in questi giorni. Penso che sia proprio questo il punto sul quale ci dobbiamo concentrare se vogliamo cercare una soluzione. Vedrò il blog di Ficarra al più presto.

Ciao

CensiART ha detto...

Ciao,
ho rintracciato questo tuo annuncio solo ora tramite il sito lavori creativi, mi sa che ormai é troppo tardi per quella colaborazione:( anche se così fosse ci tengo a segnalarmi lo stesso (anche se magari non porta a niente) sono una illustratrice specializzata nella colorazione e nella pittura digitale. Eccomi qui
http://censiart.deviantart.com/
ciao, complimenti per il blog ;)
sperando in una tua risposta,
C.

MARCO DI GLORIA ha detto...

l'unica via d'uscita che vedo, e la più legittima dalla posizione di un autore è AZZARDARE, creare qualcosa di nuovo, mai visto, solo così anche noi partecipiamo al rinnovamento di questo mercato coi capelli bianchi...magari all'inizio nessuno ti incula e soldi non ne fai,ma il bello del fumetto è che puoi fare il cazzo che ti pare sul foglio. mi sembra che la gente continua a disegnare come vuole la bonelli o a trattare storie dalle situazione solite viste in film commerciali ect... ci vuole una rivoluzione e deve partire anche da noi... prendiamo come esempio maestri come MoebiuS, quantomeno come concetto del nostro lavoro, o la saga di Sandman come esempio lampante che il fumetto ha molti meno limiti di altre piattaforme...e lavoriamoci su

Anonimo ha detto...

perchè non continuare questo blog ?
Mi sembra interessante e utilissimo per te. Davvero.

Drugo calvo